PASSEGGIATA DIDATTICA

Quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici su prati e pascoli in montagna? Perché è importante prevederli?

Se ne è parlato martedì 19 luglio al rifugio Alpe Plane di Sauze di Cesana, in valle Argentera, in occasione della presentazione del caso di studio realizzato da Cia Agricoltori italiani del Piemonte, partner del Progetto Highlander promosso dal Consorzio Interuniversitario Cineca di Bologna.

L’iniziativa è stata illustrata da Elena Massarenti, responsabile dell’Area Progetti di Cia Agricoltori italiani delle Alpi, che ha anche ricordato l’analogo studio in fase di realizzazione sugli effetti dei cambiamenti climatici nei vigneti del Torinese: «Sono fenomeni che interessano non solo gli addetti ai lavori – ha detto Massarenti -, ma tutti, perché ciò che accade sulle Alpi risente di mutamenti profondi da cui derivano conseguenze dirette per l’agricoltura e per la produzione del cibo. I pascoli alpini, come le vigne, ne sono il primo banco di prova. Gli effetti su vini, formaggi e prodotti tipici sono inevitabili. Se cambiano gli areali di produzione, intere aree rischiano di essere abbandonate, con conseguenze sulla sostenibilità dei territori e sullo sviluppo, anche turistico».

L’agronomo Angelo Caimi è entrato nel merito dello studio sui pascoli, evidenziando come l’obiettivo sia di orientare il territorio verso scelte rapportate all’evoluzione quali-quantitative derivanti dagli impatti climatici. Soluzioni che potranno tradursi nell’individuazione di nuove aree marginali più indicate per l’allevamento di montagna o in una maggiore flessibilità delle epoche di salita e discesa dall’alpeggio o, ancora, in interventi strutturali che consentano la creazione di invasi di stoccaggio delle precipitazioni per un loro utilizzo secondo le necessità produttive.

Innalzamenti delle temperature, prolungati periodi siccitosi, diversa distribuzione delle precipitazioni e della copertura nevosa sono stati i temi affrontati dal fisico di Arpa Piemonte Nicola Loglisci relativamente ai due pascoli oggetto di studio, a Usseglio e in val Formazza, mentre gli agronomi Mauro Coppa e Giovanni Pavia hanno accompagnato rispettivamente la passeggiata di andata e quella di ritorno dei partecipanti nell’alpeggio per mostrare la composizione floristica del pascolo e spiegare la metodologia seguita dai tecnici per effettuare i rilievi fitopastorali, in relazione alla ricerca effettuata.

«Sono grato al Progetto Highlander – ha commentato il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto presente all’iniziativa – che ci permette di ragionare concretamente sul futuro delle nostre montagne. L’agricoltura si conferma un settore strategico per lo sviluppo dell’economia e la salvaguardia del territorio. Occorre che questa consapevolezza venga il più possibile condivisa e analizzata nelle sedi decisionali del Paese, per anticipare, anziché rincorrere gli effetti dei cambiamenti in atto».

Si ringrazia infine la famiglia Prin Abeil per l’accoglienza al Rifugio Alpe Plane, struttura che gestiscono da diverse generazioni, producendo burro e formaggi tra cui il pregiato plaisentif anche chiamato Formaggio delle Viole. Il Rifugio fornisce ospitalità ai turisti che si avventurano in Valle Argentera con cucina tipica del territorio e pernottamento nelle camere a disposizione.