I viticoltori Stefano Rossotto e Luigi Ortolani mettono a confronto le annate più calde e più fredde dei loro vini, un “assaggio” del cambiamento climatico
Un “assaggio” di come potrebbero mutare le caratteristiche dei vini del Torinese in relazione ai cambiamenti climatici, è stato offerto durante il laboratorio di degustazione “Il clima nel calice”, promosso dall’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino e guidato dal critico enogastronomico Alessandro Felis, sempre nel contesto del Festival del giornalismo alimentare di Torino, direttamente a ridosso della presentazione degli esiti del Progetto sui cambiamenti climatici promosso da Cia Agricoltori delle Alpi.
Davanti ad un attento pubblico di giornalisti, critici e esperti del settore enologico, il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto, e il produttore Luigi Orsolani, entrambi viticoltori e enologi di chiara fama, hanno messo a confronto le annate più “fredde” con quelle più “calde” dei loro vini, rispettivamente la Freisa di Chieri superiore del 2009 e del 2017 e l’Erbaluce di Caluso Docg “La Rustia” del 2014 e del 2020.
Ne è emerso un quadro appassionante e gustoso di sfumature tutt’altro che trascurabili e nettamente rilevabili in rapporto alle specifiche condizioni climatiche delle diverse annate. Situazioni eccezionali, a quanto pare destinate a diventare la norma.