Una regia unica della Regione per l’emergenza della fauna selvatica, ordinanze sindacali e prefettizie per l’abbattimento dei selvatici, sospensione del progetto di filiera della carne di selvaggina.

Sono le richieste di cui si fa portavoce il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi, Stefano Rossotto, tornando a richiamare l’attenzione sui gravi danni causati dal proliferare degli animali selvatici nel Torinese, tra le aree più colpite dal fenomeno in Piemonte.

«Da troppi anni – osserva Rossotto – ci battiamo perché venga posto un freno alle devastazioni soprattutto dei cinghiali, ma anche di lupi, caprioli e nutrie, che, a seconda delle zone, mettono in seria discussione il proseguimento dell’attività agricola sul territorio. La situazione ormai è fuori controllo, le aziende agricole che vedono sistematicamente compromesse le loro produzioni non possono più andare avanti. Al di là di tante promesse e rassicurazioni, in tutti questi anni dalle istituzioni non è stato preso alcun provvedimento. Ci rendiamo conto che sul tema della fauna selvatica entrano in conflitto troppe competenze e interessi, il sistema è bloccato e non riesce a produrre soluzioni. Per questo chiediamo che la gestione dell’emergenza fauna selvatica venga affidata ad una regia unica della Regione, eventualmente attraverso un commissario che abbia pieni poteri di agire, come avviene per le calamità naturali e sanitarie, altrimenti non ne usciamo».

Rossotto rilancia anche una richiesta di Cia delle Alpi illustrata  questa settimana in una riunione di sindaci e amministratori pubblici della Città Metropolitana, ovvero la possibilità per i sindaci di emanare apposite ordinanze di abbattimento degli animali selvatici, qualora questi costituiscano un pericolo per l’incolumità pubblica, così come previsto dal Testo Unico Enti Locali (comma 4, art. 54): «Lo abbiamo chiesto al prefetto di Torino – dice Rossotto -, che recentemente ha istituito un Tavolo di confronto coinvolgendo tutte le parti in causa. L’accettazione di questa richiesta permetterebbe di intervenire immediatamente nei casi più gravi, senza aspettare misure generali, che nel frattempo verranno elaborate in sede legislativa».

E sul recente progetto della Regione Piemonte di realizzare una filiera della carne selvatica per incentivare gli abbattimenti, il presidente di Cia Agricoltori delle Alpi non ha dubbi: «Non è il momento di parlarne. Molte aziende zootecniche sono in crisi, ci sono altre priorità. Al momento l’urgenza è di contenere il più possibile i cinghiali, pensiamo a ridurne drasticamente il numero, la carne va distrutta per l’impossibilità di garantire la rintracciabilità delle carni, in quanto i selvatici possono avere accesso a fonti di cibo non controllato e affinchè non diventi fonte di reddito».

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